“Buonasera Signor G”: al Gobetti di Torino il teatro canzone di Giorgio Gaber
Martedì 31 ottobre, alle ore 19.30, va in scena al Teatro Gobetti di Torino – riferisce un comunicato del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale – "Buonasera Signor G", spettacolo dedicato al teatro canzone di Giorgio Gaber, con testi e musiche di Gaber e Sandro Luporini. La regia è di Carlo Roncaglia, che sarà in scena insieme ai musicisti Andrea Cauduro (chitarre), Enrico De Lotto (basso), Matteo Pagliardi (batteria). Le scene sono di Matteo Capobianco, i costumi di Carola Fenocchio, le luci di Mattia Tauriello. Lo spettacolo, prodotto da Accademia dei Folli, sarà replicato per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 5 novembre 2023".
Il comunicato stampa riporta anche la seguente "Scheda a cura della Compagnia": "Più che un omaggio al papà del teatro canzone, lo spettacolo è un viaggio che segue un impulso, un istinto; di fronte all'immensa opera di Gaber e Luporini ci si sente un po' persi e disorientati e soprattutto folgorati dalla straordinaria, e a volte straziante, attualità dei monologhi e delle canzoni. Gaber si affacciava sul ciglio di un baratro. Oggi ci troviamo in quel baratro e siamo in caduta libera. E allora ci siamo davvero abbandonati anche noi in questa caduta libera, con tutta l'incoscienza a disposizione, senza aver paura di sbagliare, di mostrare il fianco, di risultare inadeguati, inadatti. E lo siamo senz'altro, in tutti i sensi. In fondo è tutta una questione di fragilità, di saper accettare il disequilibrio, di non aver troppo timore di guardarsi davvero.
Il fatto è che il Sig. G non è un personaggio. Il Sig. G siamo proprio
noi. Da un marciapiede di una città semi-deserta e buia alla penombra di una
camera da letto, dallo spazio soffocante di un ascensore allo specchio del
proprio bagno, eccoci a fare i conti con la nostra meschinità, con le nostre
più profonde contraddizioni, con le nevrosi e le frustrazioni quotidiane. Ma
non è solamente una questione di sopravvivenza: Buonasera Signor G parla anche di speranza, di un sogno che per
quanto rattrappito è ancora lì, nutrito artificialmente e tenuto in vita con un
accanimento terapeutico disperato. Ha il polso debole e respira a fatica ma,
nonostante tutto, è ancora vivo, l'uomo. Abbiamo scelto accuratamente i testi e
le canzoni ascoltando prima di tutto la pancia (come avrebbe detto Gaber
stesso) e poi cercando il senso, il disegno finale. Ad ogni replica questa
ricerca continua, ogni volta troviamo un senso differente e il disegno ci
appare diverso.
Cinico, scanzonato, violento, ironico, Gaber è ancora lì, sul palco, che
oscilla dinoccolato cantando le paure e le speranze, le frustrazioni e
l'incertezza del vivere, aspettando il momento giusto per spiegare le ali e
spiccare il volo".
M. P.