Al Teatro Carignano di Torino “La vita che ti diedi” di Luigi Pirandello
Al Teatro Carignano di Torino, dal 9 al 28 aprile 2024, Stéphane Braunschweig – riferisce un comunicato stampa – "tra i principali registi della scena teatrale contemporanea e direttore artistico dell'Odéon – Théâtre de l'Europe di Parigi, approfondisce il legame con la scrittura di Luigi Pirandello: dopo i successi internazionali di Sei personaggi in cerca d'autore, I giganti della montagna, Vestire gli ignudi e Come tu mi vuoi (gli ultimi due presentati nel cartellone del Teatro Stabile di Torino nel 2007 e nel 2022)dirige La vita che ti diedi. Scritta nel 1923, è la tragedia più struggente del grande drammaturgo siciliano sul tema della maternità e del lutto. L'opera concepita da Pirandello per Eleonora Duse non venne mai recitata dall'attrice. Il testo venne rappresentato per la prima volta al Teatro Quirino di Roma il 12 ottobre 1923 da Alda Borelli".
"La vita che ti diedi – prosegue il comunicato stampa -, per la regia e le scene di Stéphane Braunschweig, con Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi, Fulvio Pepe, Enrica Origo, Caterina Tieghi, Fabrizio Costella, andrà in scena in prima nazionale al Teatro Carignano martedì 9 aprile 2024, alle ore 19,30. I costumi dello spettacolo sono di Lisetta Buccellato, le luci di Marion Hewlett, il suono di Filippo Conti, assistente alla regia Giulia Odetto. Questo nuovo allestimento prodotto dal TST con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale sarà replicato al Carignano fino al 28 aprile, poi sarà rappresentato al Teatro Rossini di Pesaro, dal 2 al 5 maggio e all'Arena del Sole di Bologna, dal 9 al 12 maggio 2024. La vita che ti diedi è senza dubbio uno dei testi teatrali in tre atti più brevi di Luigi Pirandello. È anche uno dei pochi che lo stesso autore abbia definito "una tragedia". È anticipato da tre novelle scritte tra il 1914 e il 1916".
Il comunicato stampa così conclude: "Ne I pensionati della memoria, Pirandello si interroga sul rapporto tra i vivi e i morti, e formula forse per la prima volta, l'idea disturbante che quando si piange la perdita di una persona cara, non è la persona amata che si sta piangendo: «Voi piangete perché il morto, lui, non può più dare a voi una realtà». In Colloqui coi personaggi, scritto subito dopo la morte della madre, Pirandello esplora la stessa idea in un lungo e struggente dialogo con la defunta. Sconvolto dalla carneficina della Grande Guerra e angosciato dall'idea di perdere i figli al fronte, Pirandello scrive La camera in attesa: la madre e le sorelle di un soldato scomparso, non avendo la prova certa della sua morte, continuano a preparargli la camera in attesa del suo ritorno. E ai vicini che deridono la famiglia per il suo bisogno di illudersi e il rifiuto di elaborare il lutto, Pirandello risponde azzardando un'altra idea disturbante: i vostri figli che sono andati a studiare in città, li riconoscete? Non sono forse morti per voi? Il rifiuto del lutto quindi è legato all'idea che, forse, la morte definitiva del corpo non sia nulla rispetto a quella morte lenta che costituisce la vita stessa nelle sue metamorfosi, la progressiva e ineluttabile scomparsa del bambino che eravamo per nostra madre. La vita che ti diedi riprende alcuni degli elementi principali di questa novella, sviluppandone il tema su un registro ancora più radicale".
Massimiliano Palmesano
Stéphane Braunschweig, foto di Carole Bellaïche