Al Teatro San Ferdinando di Napoli una serata di grande effetto e di grande affetto per i disabili in scena

03.10.2024

Recensione teatrale di Irene Antonelli


Una serata di grande effetto e di grande affetto, quella vissuta al Teatro San Ferdinando di Napoli, dove il regista Davide Iodice ha messo in scena non solo attori disabili ma ha anche dato vita a un autentico manifesto sulla e per la disabilità. Quando da spettatori, e ancor prima da cittadini, ci chiediamo dove sia la politica oggi nel nostro Paese, cioè la difesa dell'interesse generale, del bene comune, delle fasce più deboli della popolazione – senza le risse, le parole vuote, la pochezza culturale -, verrebbe da dire che a volte è sul palcoscenico, nella sfida degli intellettuali. In operazioni come quella realizzata da Davide Iodice con il suo "Pinocchio. Che cos'è una persona?", un manifesto politico che parla alle famiglie, alla società, agli operatori dell'assistenza, alla scuola, alla politica istituzionale propriamente (o impropriamente) detta, se ancora ha la voglia e la sensibilità di ascoltare.

La rappresentazione teatrale - che ha avuto grande successo, applausi a scena aperta in vari momenti e ovazioni alla fine della serata – ha trovato un efficace pre-testo in Pinocchio, il burattino di legno che il padre Geppetto vorrebbe vedere trasformato in un bambino cosiddetto "normale". La domanda allora interroga e inquieta: che cos'è la "normalità"? Che cosa significata essere "normali" per dei ragazzi disabili? Davide Iodice ha una risposta che si spera possa essere realizzata, che trovi delle solide fondamenta nella comunità, nella vita di tutti i giorni, nella adesione dei pubblici poteri: la "normalità" – dice il regista – "è il diritto ad avere momenti di felicità, di espressione, di condivisione". I disabili, insomma, non vogliono vuota retorica e carità pelosa, desiderano guardare al futuro, si chiedono e ci chiedono: "E dopo?".

Tutti bravissimi sul palcoscenico, nei passaggi drammatici e in quelli comici, vari aspetti di un unico messaggio che intende far riflettere. La dimostrazione che si può indurre a pensare, facendo divertire allo stesso tempo. È la grande magia del teatro con i suoi gustosi ingredienti: la commozione e il sorriso, la sfida e il dialogo, la speranza nel futuro e la critica del presente e del passato. Vale davvero la pena passare una serata così, come quella appena descritta del San Ferdinando. Soprattutto se poi ci si porta dietro e dentro qualcosa che non è solo teatro e maschera, ma vita vera e volto di un'umanità di cui tutti dobbiamo farci carico. Attori nella realtà sociale, ispirati stavolta dagli attori del palcoscenico.

Riportiamo di seguito le notizie contenute nel comunicato stampa del Teatro San Ferdinando, con le dichiarazioni del regista e i nomi di tutti i protagonisti della bella, emozionante e significativa serata.

"PINOCCHIO. CHE COS'È UNA PERSONA?" con la Compagnia Scuola Elementare Del Teatro-Conservatorio Popolare Per Le Arti Della Scena. «Pinocchio è il diverso, è tutti i diversi, con la loro carica anarchica e dirompente». Secondo appuntamento dello spazio Anteprima di Stagione dedicato al tema della formazione attoriale e alla pedagogia teatrale su ideazione, drammaturgia, regia, spazio scenico e luci di Davide Iodice. Con Giorgio Albero, Gaetano Balzano, Danilo Blaquier, Federico Caccese, Stefano Cocifoglia, Giuseppe De Cesare, Simona De Cesare, Patrizia De Rosa, Gianluca De Stefano, Paola Delli Paoli, Chiara Alina Di Sarno, Aliù Fofana, Cynthia Fiumanò, Vincenzo Iaquinangelo, Marino Mazzei, Serena Mazzei, Giuseppina Oliva, Ariele Pone, Tommaso Renzuto Iodice, Giovanna Silvestri, Jurij Tognaccini, Renato Tognaccini, compagnia Scuola elementare del teatro APS, partner Campania Teatro Festival, Teatro Trianon Viviani, Forgat ODV, training e studi sul movimento Chiara Alborino e Lia Gusein-Zadé, equipe pedagogica e collaborazione al processo creativo Monica Palomby, Eleonora Ricciardi, tutor Danilo Blaquier, Veronica D'Elia, Mara Merullo, cura del processo laboratoriale Scuola Elementare del Teatro Aps, versi Giovanna Silvestri, realizzazione scene Ivan Gordiano Borrelli, cura dei costumi Daniela Salernitano con Federica Ferreri, tecnico audio Luigi Di Martinotecnico luci Mattia Santangelo, direttrice di produzione Hilenia De Falco, foto Renato Esposito, si ringraziano Gabriele D'Elia, Tonia Persico, Ilaria Scarano, produzione Interno 5, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.

Davide Iodice nelle sue note spiega che «Pinocchio pone la questione del rapporto con la genitorialità; l'ispirazione è connessa al momento in cui Pinocchio ritrova suo padre nella pancia della balena. Geppetto gli dice che tra un po' la candela si spegnerà e rimarranno al buio. Pinocchio risponde: "E dopo?" e Geppetto non riesce a trovare la risposta, la soluzione la troverà Pinocchio. Questo "dopo" è un po' la domanda principale che si pone qualsiasi genitore di un ragazzo 'straordinario', come preferisco dire, nel senso di extra-ordinario, cioè fuori dall'ordinario». «La risposta – prosegue e sottolinea il regista – non spetta solo alla famiglia, ma anche alla società, alla comunità, a chi si occupa di assistenza. Geppetto è un genitore che ha un figlio generato da un pezzo di legno e vuole a tutti i costi renderlo "normale". Noi che lavoriamo con la diversità e la fragilità, sappiamo come il concetto di normalità sia molto malinteso e pericoloso».

«Dopo tanti anni – continua Iodice – sento l'esigenza di fare un vero e proprio manifesto per e sulla disabilità. Ravviso spesso tanta retorica, tanta carità un po' penosa su un mondo molto complesso e ricco, dove c'è una volontà di espressione da parte di questi ragazzi di essere visti per quello che sono. Ragazzi ai quali spiego che la "normalità" è il diritto ad avere momenti di felicità, di espressione, di condivisione».

Lo spettacolo è giunto al Teatro San Ferdinando dopo il felice debutto in prima nazionale dello scorso maggio al festival "Primavera dei teatri" di Castrovillari (Cosenza).

A proposito dell'impegno progettuale della Scuola che dirige, Davide Iodice scrive: «Il lavoro di ridefinizione delle identità attraverso lo strumento dell'Arte, la centralità della persona e delle sue fragilità, sono i principi alla base della pedagogia della Scuola Elementare del Teatro, conservatorio popolare per le arti della scena. Più volte in questi anni la figura del burattino Pinocchio ci è stata di ispirazione. Da sempre ci siamo rivolti a lui come a un fratello simbolico dei ragazzi con sindrome di Down o di autismo, o Williams, o Asperger che compongono l'articolato gruppo di lavoro. Pinocchio e l'intera compagine simbolica della favola sembrano incarnare tutte le caratteristiche di un'adolescenza incomprensibile e incompresa, nel cui tormento si specchia una società di adulti in rovina. Pinocchio è il diverso, è tutti i diversi, con la loro carica anarchica e dirompente».

LA SCUOLA ELEMENTARE DEL TEATRO

Giunta al suo undicesimo anno di attività, la Scuola nasce negli spazi dell'Ex Asilo Filangieri dall'incontro tra il dott. Giuseppe Cafarella, presidente dell'associazione FORGAT ODV, e il regista Davide Iodice, che condividono il bisogno di realizzare un progetto di pedagogia sociale in grado di offrire opportunità di inclusione e di crescita personale a fasce svantaggiate. La SCUOLA ELEMENTARE DEL TEATRO è un progetto di arte e inclusione sociale a partecipazione gratuita, un'opportunità di ricerca e formazione permanente, un laboratorio produttivo, una rete di cooperazione. La platea privilegiata è quella con disagio economico e sociale e con disabilità fisica e intellettiva. È articolata in cicli laboratoriali interdipendenti nei quali ci si allena all'autonomia creativa e si viene progressivamente chiamate/i a partecipare al processo pedagogico. Nel 2020 le allieve e gli allievi storici del progetto si sono costituite/i in Associazione di Promozione Sociale assumendosi la responsabilità diretta della cura e degli sviluppi dell'intero progetto e della titolarità della metodologia su cui si sono formate/i. Dal 2013 la Scuola Elementare del Teatro è accolta nei luoghi dell"Ex Asilo Filangieri riabitati dalla comunità di lavoratori e lavoratrici dell'arte, della cultura e dello spettacolo, che da allora la sostiene insieme a Forgat. Dal 2021 è accolta e sostenuta inoltre dal Teatro Trianon Viviani e dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.