“Don Chisciotte e Donna Aldonza” di Tiziano Scarpa al Teatro Gobetti di Torino

20.12.2024

Martedì 26 dicembre 2024, alle 19,30 – riferisce un comunicato stampa del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale -, debutta al Teatro Gobetti Don Chisciotte e Donna Aldonza di Tiziano Scarpa, ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel De Cervantes. La regia e le musiche sono di Carlo Michele Roncaglia. Saranno in scena Enrico Dusio, Gianluca Gambino, Giovanna Rossi, Valter Schiavone e con Corallina De Maria (ombrista). Le ombre sono a cura di Controluce Teatro, i costumi di Silvia Lumes e Carola Fenocchio, le luci di Letizia Tabasso.

Prodotto da Accademia dei Folli, in collaborazione con Controluce Teatro d'ombre, lo spettacolo rimarrà in scena al Teatro Gobetti per la stagione in abbonamento dello Stabile di Torino fino a martedì 31 dicembre 2024.

Dal talento del Premio Strega Tiziano Scarpa prende vita uno spettacolo che rivisita il capolavoro di Cervantes con uno sguardo fresco e moderno. La scena si anima delle ombre di Controluce Teatro, trasformando il viaggio di Aldonza, meglio conosciuta come Dulcinea, e Teresa Panza, moglie di Sancio, in una ricerca epica e sorprendente. Le due donne si mettono sulle tracce di Don Chisciotte e del suo fedele scudiero, ma il motivo è inaspettato: Aldonza vuole incontrare l'uomo che ha esagerato con le parole, al punto da spingerla a cambiare per essere all'altezza della sua leggenda. Il risultato è una narrazione che gioca con il tempo, mescolando situazioni del passato con tocchi contemporanei, tra anacronismi brillanti e riflessioni sulla realtà odierna.

È come se il mito di Don Chisciotte fosse passato attraverso una lente moderna, rivisto e reinterpretato con uno sguardo ironico e pungente.

Il comunicato stampa riporta le seguenti note dell'autore Tiziano Scarpa: "Don Chisciotte è all'origine della sensibilità moderna, insieme ad altre figure dell'immaginario, come Amleto e don Giovanni. In particolare, don Chisciotte rappresenta la fame di esperienza di chi non si accontenta della propria situazione. Alonso Chisciano, il vero nome di don Chisciotte, non si rassegna alla routine di piccolo possidente di campagna, sogna una vita piena di avventure, e si reinventa come cavaliere errante. Da allora, sperimenta la sproporzione fra le sue aspettative e la situazione reale, che trasfigura con la sua immaginazione. È un collezionista di imprese e di ruoli. Passa da uno scenario all'altro, da un compito all'altro. Il romanzo di Cervantes è punteggiato di donne di ogni condizione, da prostitute ad aristocratiche, da locandiere a pastore: su tutte, ad esempio, spicca Marcella, un prototipo di indipendenza, quasi una femminista ante litteram.

Mi sono concentrato solo su due di queste figure. Aldonza, nel romanzo, è la contadina che don Chisciotte trasfigura in Dulcinea: come la sua autoinvestitura di cavaliere, anche Dulcinea è una proiezione di Alonso Chisciano, quasi fosse la parte femminile idealizzata della sua anima (un indizio è la corrispondenza quasi perfetta fra i loro nomi: Alonso / Aldonza). Nel mio testo, Aldonza è diventata una ragazza la cui vita è cambiata (in meglio o in peggio?) proprio a causa degli elogi iperbolici che don Chisciotte ha messo in giro sul suo conto. Ho cercato di mostrare il contraccolpo che le proiezioni e le aspettative amorose causano sulle persone in carne e ossa, in particolare sulle donne che subiscono le idealizzazioni maschili.

Teresa, la moglie di Sancio, è un personaggio più intraprendente e volitivo. Ho immaginato che abbia subìto una tragedia in casa mentre suo marito era in cerca di fortuna per evitare la bancarotta della sua azienda famigliare. Teresa è mossa dalla rabbia, dal bisogno di vendicarsi, dalla disperazione per la perdita dei suoi cari, ma non per questo rinuncia ai suoi desideri amorosi e sensuali, che dichiara senza timore di essere giudicata.

Il testo mescola situazioni remote e contemporanee, con continui anacronismi, come se il capolavoro di Cervantes fosse visto e riattraversato con i nostri occhi di oggi: a partire (per fare solo un esempio) dalla visita turistica ai mulini a vento. I motivi sono vari: il fatto è che Don Chisciotte è un libro ancora vivo, vivissimo, e continua a parlarci e a spiegare la nostra condizione di oggi. Per non parlare del fatto che questo personaggio occupa fisicamente libri, illustrazioni, souvenir, loghi, merci e tutta una serie di oggetti e immagini che incontriamo di frequente. E poi l'inestricabile intreccio fra incanto e disincanto è una delle cose che Cervantes e il suo squinternato paladino ci hanno insegnato".

Orari degli spettacoli: giovedì e sabato ore 19.30; venerdì ore 20.45; domenica ore 16. Variazioni di orario durante le feste: lunedì 30 dicembre ore 19.30, martedì 31 dicembre ore 20.30.

M. P.