“Eresie” ed eretici in epoca moderna in un libro di Adriano Prosperi
Nella storia del cristianesimo l'eresia, il cui significato etimologico rimanda alla scelta, è una posizione dottrinale in opposizione o non in accordo con l'ortodossia, ovvero con la verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa. Adriano Prosperi, uno dei maggiori studiosi del settore, in "Eresie" (Quodlibet, 772 pagine, 32 Euro), presenta - in una edizione molto ampliata rispetto a quella del 2010 – figure e vicende legate al contesto storico della Riforma e dei conflitti tra cattolici e protestanti. Il dibattito storiografico sulle eresie si è concentrato, e spesso polarizzato, in passato su due prospettive diverse: quella di Benedetto Croce per il quale l'eretico è colui che è giudicato tale dalla Chiesa; e quella di Delio Cantimori, secondo cui l'eretico è chi sceglie di esserlo ribellandosi a ogni comunione ecclesiastica. In questo libro Adriano Prosperi raccoglie saggi in cui si incontrano eretici tanto dell'una quanto dell'altra prospettiva, come anche le vicende di chi criticò la Chiesa senza per questo incorrere in condanne, anzi provocando un chiarimento positivo. Fu proprio l'apostolo Paolo a giudicare l'eresia quale contributo utile alla ricerca della verità, nell'ambito della cristianità dei primi tempi.
Il termine, insieme con i complessi e molteplici fenomeni che di volta in volta ha designato, ha attraversato secoli di storia e della storia non poteva sfuggire alla legge fondamentale: il mutamento. Adriano Prosperi mostra come a mano a mano che i confini dell'ortodossia della Chiesa venivano fissati, ci fu sempre meno spazio per l'eretico, elemento che però non impedì al dissenso religioso di mettere radici e moltiplicare le sue forme. Con la fissazione dell'ortodossia "nasce l'intolleranza e si percorre la strada che porta a difenderne i confini contro l'inesauribile insorgere di opinioni diverse e inconciliabili" (p. 10).
L'epoca analizzata nel volume è di cruciale importanza, non esclusivamente per il quadro religioso del confronto e dello scontro tra Chiesa di Roma e luterani, ma pure perché per la prima volta nella "cultura italiana apparve il lemma di 'religione' come indicazione di un campo aperto alle indagini e alle comparazioni: un campo dove si poteva accantonare la questione della verità o falsità della religione" (p. 15) che per secoli aveva creato divisioni e battaglie non solo concettuali ("Introduzione – La religione italiana e il mondo"). È grazie a Machiavelli che "religione" diviene un termine neutro, utile per indicare e confrontare tradizioni culturali diverse tra di loro, e si accantona la distinzione tra l'unica vera e le false.
I casi di studio e le questioni di cui si tratta appartengono alla storia della cultura e della vita religiosa italiana nella prima età moderna. Periodo storico in cui la frattura dell'unità religiosa dei cristiani europei e i nuovi legami formatisi tra poteri statali e confessioni religiose dovevano esportare i confronti e i conflitti anche oltre i confini del vecchio mondo. Ecco una panoramica di alcuni titoli dei quasi quaranta saggi che formano il libro: "Lo Stato e i paternostri", "Il grano e la zizzania: l'eresia nella cittadella cristiana", "Antonio Arquato tra Cantimori e Garin", "1498. Savonarola dal falò delle vanità al rogo", "L'eresia pacifista di Erasmo e la legittimazione papale della guerra", "L'Aurora italiana di Lutero, ovvero il Lutero italiano", "Calvino e l'Italia", "Il processo al medico Basilio Albrisio, Reggio Emilia 1559", "Ortodossia, diversità, dissenso. Venezia e il governo della religione intorno alla metà del Cinquecento", "Preghiere di eretici: Stancaro, Curione e il Pater noster", "La biblioteca di Pietro Bembo", "Lutero al Concilio di Trento", "Giordano Bruno e Galileo Galilei: i documenti introvabili", "Gli storici italiani e la religione: Delio Cantimori". Titoli che testimoniano la complessità e la molteplicità dei temi affrontati nella cornice di un'opera di grandissima rilevanza per lo studio e la comprensione del fenomeno ereticale in età Moderna.
Massimiliano Palmesano