“Il dio morto così giovane”: Gesù Cristo in un libro di Frédéric Boyer
"Il dio morto così giovane" di Frédéric Boyer (Edzioni Sanpino, 94 pagine, 13 Euro) è un piccolo libro che va letto tutto d'un fiato, un flusso di pensieri da seguire senza interruzioni. Una fervente dichiarazione d'amore al dio morto giovane, Gesù, la descrizione di un sentimento incondizionato e "senza-perché".
Frédéric Boyer, scrittore, editore e traduttore, già professore di letterature comparate alle università di Lione e Parigi, ci parla di un Messia che stentiamo a riconoscere: silenzioso, "che si rimpicciolisce", malato d'amore e persino irritante. Lo fa con lo spirito del testimone che ha seguito "il dio camminatore e vagabondo", con la passione e a tratti la rabbia di chi non teme smentita. Leggendo frasi come "So bene che era insopportabile" o "Preferisco quelli che non l'hanno mai conosciuto", avvertiamo il fervore e la tensione dell'autore. "Il dio morto così giovane" è l'esternazione di una verità che non poteva più essere taciuta, da annunciare al prossimo senza preoccuparsi del suo giudizio.
Nonostante il tono concitato del libro, Boyer non trasmette mai la sensazione di aver scelto le parole con scarsa attenzione; il lettore potrebbe essere erroneamente portato a immaginarne la penna che scorre veloce guidata dall'istinto, ma quella che abbiamo tra le mani è l'opera di un fine intellettuale che trasforma la complessità del suo turbamento interiore in un discorso chiaro e preciso. Questo è uno scritto ponderato che sa di poter apparire sopra le righe, ma che rivendica la sua pazzia e quell'amore estremo che appartiene solo alla giovinezza, cristallizzata nella morte e resurrezione di Gesù che "è più giovane di me. Più giovane di tutti noi", eternamente. In queste pagine viene scagliata un'invettiva contro la vecchiaia dello spirito, che rende l'uomo un giocatore perdente e povero di coraggio, incapace di prestarsi all'amicizia e all'amore. Per Boyer il "vecchio" è un cattivo cristiano che non assolve al suo primo dovere, avere cura della giovinezza del mondo, condannandosi alla finitezza della sua esperienza terrena.
"Il dio morto così giovane" è un'occasione per riflettere sulla natura dell'essere umano e sulla figura di Cristo attraverso una visione sconvolta e forse sconvolgente.
Alessio Palmesano