Indomite e avventurose: “Donne medievali” in un libro di Chiara Frugoni

23.01.2022

Non è un mistero che le donne nella storia abbiano avuto un ruolo subordinato alla supremazia patriarcale che permea la società da millenni. Con "giustificazioni" teologico-politiche, tante volte, la donna è stata relegata ai margini dei ruoli sociali che contano; nel libro di Chiara Frugoni, "Donne medievali - Sole, indomite, avventurose" (il Mulino, 424 pagine, 40 Euro), viene ben illustrato il quadro del ruolo femminile nell'Età di Mezzo.

Indicate come responsabili, sin dalle origini, di aver accettato la "mela" e quindi di aver fatto conoscere a tutti noi il "peccato", le donne nei secoli hanno sempre pagato il prezzo di una colpevolezza affibbiatagli da un mondo fortemente maschilista. Nel suo libro la professoressa Chiara Frugoni analizza in una prima parte le motivazioni che hanno giustificato l'atteggiamento di prevaricazione nei loro confronti, costrette a vivere all'ombra di uomini, spesso forzate a nozze non volute. Le figure di spicco prese esame "hanno scontato con la solitudine il coraggio e la determinazione" la loro realizzazione.

Nel bellissimo volume, corredato da numerose immagini, l'autrice analizza la storia di cinque figure emblematiche: il racconto di Chiara Frugoni inizia con la regina Radegonda di Poitiers, vissuta nel VI secolo, moglie di Clotario I, la quale una volta abbandonato il consorte si dedicò alla vita monastica. Prosegue poi con la vita di Matilde di Canossa, "strenuamente devota alla causa della Chiesa", e di Giovanna detta la Papessa, in verità figura mai esistita veramente che per tre secoli ha alimentato uno spettro che ha allontanato sempre più le donne dalla possibilità di esercitare funzioni sacerdotali e quindi di scalare le gerarchie ecclesiastiche. Nel penultimo capitolo viene illustrata la vicenda della nota Christine de Pizan: "vedova a venticinque anni con un pesante carico di famiglia, scoprì nella scrittura il mezzo per risollevarsi, anche economicamente". Il libro si conclude con la storia di Margherita Datini, moglie del ricco mercante di Prato Francesco Datini. Di lei sono rimaste centocinquanta lettere scritte al marito, quasi sempre lontano per affari attraverso le quali è stato possibile ricostruire la sua figura storica. Racconti tutti molto interessanti che strappano la donna medievale alla funzione esclusivamente di feconda procreatrice alla quale era destinata.

Leggere del ruolo femminile in epoche differenti dalla nostra è utile per capire che ancora molti passi restano da fare per un vero equilibrio sociale tra i generi, dato che c'è ancora parecchio da scardinare all'interno della cultura patriarcale che tutt'ora viviamo.

Dario Palmesano