La giustizia secondo Fabrizio De André in un libro di Raffaele Caruso
Il libro di Raffaele Caruso, "Alla stazione successiva" (Edizioni San Paolo, 359 pagine, 20 Euro), racconta - come recita il sottotitolo - "La giustizia, ascoltando De André". Attraverso una serie di canzoni di Fabrizio De André, l'autore del libro - avvocato penalista - riflette sulla "giustizia": uno degli elementi essenziali nel percorso creativo del grande poeta e musicista. Nella prima parte egli sceglie tredici canzoni sull'argomento, che analizza in profondità attingendo anche ad esperienze personali e professionali. Raccolti gli spunti che emergono da questa lettura, vengono poi passate in rassegna tutte le altre composizioni in cui De André tratta, con diverse sfumature, i temi della colpa, del diritto, del giudizio e dell'autorità. L'avvincente analisi conduce all'individuazione di un pensiero coerente: partendo dall'umano tipico dell'universo dei protagonisti da lui creati, De André, anche nel solco della critica a ogni potere, delinea una giustizia che aspira ai tratti della misericordia. Una giustizia che nasce nel cuore dei servi disobbedienti alle leggi del branco e può diventare il parametro di un nuovo approccio anche per la pratica dei Tribunali, delle carceri, dei percorsi di nuova vita di chi riconosce la propria aspirazione a rinascere.
La prefazione è di monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia. La postfazione è di Roberto Cornelli, professore di Criminologia all'Università di Milano-Bicocca, che scrive tra l'altro: "L'appiattimento della giustizia sulla legalità intende fermare le lancette della storia e rendere impossibile il cambiamento, finendo per considerare come minaccia sociale ogni emersione di umanità che chiede riconoscimento. Un altro punto di vista è possibile, dice Raffaele Caruso a commento di "La città vecchia"; un altro mondo è possibile, se rendiamo pensabile la giustizia da un altro punto di vista, se riusciamo cioè a intravederla nello scarto tra l'ordinamento giuridico e ciò che è fuori da esso e che preme per essere riconosciuto. La giustizia è sempre "alla stazione successiva": c'è perché si può vedere e persino praticare anche se il più delle volte si mostra come assenza".
Raffaele Caruso (1973), vive a Genova, dove dal 2000 svolge la professione di avvocato penalista. È specialista in criminologia clinica. È stato tra i fondatori di ARS, Avvocati in rete per il sociale, servizio di tutela legale a supporto di enti di assistenza. Cresciuto nell'Azione Cattolica, nel 2012 ha promosso e coordinato il progetto della rivista Stagioni (www.liberieforti.it). È responsabile della didattica della Scuola di Politiche Liguria, iniziativa patrocinata dall'Università di Genova. Dal 2018 si occupa delle vicende legate al crollo del Ponte Morandi di Genova come difensore del Comitato Zona Arancione Ponte Morandi e del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi. Nel 2021 è stato pubblicato il suo primo libro: "G8 c'ero anche io".
D. P.