L'amore secondo Greci e Romani in un libro di Francesco Puccio
Il libro di Francesco Puccio, "I Greci, i Romani... e l'amore" (Carocci, 192 pagine, 16 Euro), racconta come amavano i Greci e i Romani. In viaggio sulle ali di Eros, il volume esplora molti luoghi della poesia e della prosa greche e latine per seguire le tracce di una divinità dalle numerose e imprevedibili vite, attraverso le sue tante manifestazioni, talvolta amabili e gioiose, talaltra terribili e dolorose, ora sorridenti e scherzose, ora oscure e ingannevoli. Ci imbatteremo, così, in chi ha vissuto amori dolceamari, in chi all'amore ha affidato l'ultima resistenza possibile dinanzi alla morte, in chi si è abbandonato ai piaceri furtivi di Afrodite o, ancora, in chi, per passione, ha visto mutare la mente e il corpo e in chi, dopo peripezie e turbamenti, ha potuto godere di una vicenda a lieto fine. Un viaggio denso di suggestioni, alla scoperta di questa forza sempiterna e incessante e della sua capacità di muovere il mondo e le creature che lo popolano.
L'autore del libro, Francesco Puccio, è ricercatore, regista e scrittore e insegna Storia del teatro moderno e contemporaneo all'Università Ecampus. Tra le sue pubblicazioni: Drammaturgia dello spazio. Il teatro antico tra testo e contesto della rappresentazione (Padova 2018), L'antropologia va in scena. Nuove dimensioni teatrali per l'Antico (Pisa 2017).
Ecco alcuni dei temi trattati nel volume: Dolceamari certi amori, Amare per non morire, Questioni di famiglia, «Amor, ch'a nullo amato amar perdona», Amare o non amare, In the mood for love, Amori a luci rosse, E vissero felici e contenti. Il libro prende le mosse dalla poetessa di Lesbo, Saffo. Riportiamo una nostra scelta di versi della grande poetessa, secondo la nostra sensibilità e non necessariamente quella dell'autore del libro che qui stiamo segnalando ai nostri lettori: Vieni/ inseguimi tra i cunicoli della mia mente/ tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure./ Trovami nell'angolo più nero/ osservami./ Raccoglimi dolcemente scrollando la polvere dai miei vestiti./ Io ti seguirò./ Ovunque". E ancora: "Un esercito di cavalieri, dicono alcuni/ Un esercito di cavalieri, dicono alcuni/ sia sulla terra la cosa più bella/ io dico/ quel che uno ama/ del tutto facile è spiegarlo a chiunque:/ Elena, che in bellezza di gran lunga/ vinse i mortali, lasciato il consorte/ …eccelso/ navigò a Troia e perse ogni ricordo/ della figlia e dei cari genitori,/ ma Cipride la travolse/ innamorata (...)/Ora mi ha fatto ricordare di Anattoria/ che non è qui;/ vorrei vederne il passo seducente,/ il portamento valoroso/ e lo splendore vivace del volto/ più che i carri dei Lidi e i fanti armati/ nella battaglia".
M. P.