Le vie del sufismo verso l’Europa mediterranea in un libro di Alessandra Marchi
Il libro di Alessandra Marchi, "Le vie del sufismo verso l'Europa mediterranea – Percorso di conversione, diffusione e trasformazione sociale" (Meltemi, 240 pagine, 20 euro), approfondisce gli itinerari spirituali di alcune figure che all'inizio del '900 hanno coniugato originali esperienze di vita con la scelta, religiosa e politica, di adesione all'islam sufi. Il sufismo è la dimensione mistica dell'islam, è diffuso in tutti i paesi a maggioranza musulmana e anche in quelli occidentali, dove ad attrarre è la dimensione esoterica, rituale e iniziatica, grazie a una rete di "vie" e di guide della tradizione islamica.
Alessandra Marchi esplora, in particolare, il nesso tra scelta spirituale e scelta politica di adesione a un modello sociale percepito spesso quale alternativo a quello occidentale. I casi studiati nel volume sono caratterizzati da traiettorie che vanno dalla contestazione del colonialismo all'eredità cattolica e alla militanza civile; esempi che mostrano come la conversione investa il processo di soggettivazione e la dimensione sociale e politica del sufismo, a cui sono dedicati pochissimi testi.
Il termine sufismo è utilizzato per tradurre l'arabo tasawwuf, che indica la principale dimensione esoterica dell'islam, storicamente sedimentatasi attraverso la tariqa (la "via), il percorso spirituale attraverso il quale si sperimenta l'unione mistica con Dio nei rituali chiamati zhikr (ricordo). Il sapere a cui si accede nell'ambito del sufismo è definito dallo studioso Henri Corbin "una scienza del cuore quale organo di percezione" (p. 18), al fine di attingere alla conoscenza interiore. I metodi e le regole della disciplina sufi hanno quale fonte il Corano e l'esegesi del suo senso "nascosto": l'origine del tasawwuf va ricercata nella meditazione sui significati letterali e misterici del testo coranico.
L'islamologia ha elaborato una periodizzazione storica del sufismo che va dalla sua età classica (tra il IX e l'XI secolo dell'era volgare) fino all'età moderna. Meno studiata, invece, la diffusione in Occidente in età contemporanea, fenomeno che risale almeno al XX secolo grazie al percorso biografico di personalità che coniugarono, nel sufismo, scelta politica e religiosa (per esempio, René Guénon). Il libro di Alessandra Marchi ricostruisce la storia dell'arrivo e della diffusione del sufismo in Europa a partire dalle esperienze dei "rinnegati" e dal fenomeno del colonialismo (Cap. 1), tracciando traiettorie mediterranee fatte di esperienze di conversione, di lotte di liberazione e di ricerca spirituale (Cap. 2). Il volume si concentra poi sulle dinamiche di conversione all'islam sufi sia sotto la prospettiva storica sia antropologica (Cap. 3), descrivendo un quadro sociologico del sufismo in Europa con un approfondimento dello scenario italiano (Cap. 4). L'ultima parte del saggio sottolinea la valenza spirituale e politica della scelta sufi e le trasformazioni del sufismo contemporaneo in Occidente (Cap. 5). Il libro tenta di spiegare la crescente forza attrattiva del sufismo in Occidente, dove ha generato un pubblico sempre più vasto di discepoli e simpatizzanti.
Massimiliano Palmesano