Misteri e depistaggi: il delitto Borsellino e le stragi di mafia in un libro di Giovanni Bianconi

11.08.2022

Il libro di Giovanni Bianconi, "Un pessimo affare" (Solferino Editore, 224 pagine, 16,50 Euro) racconta - come recita il sottotitolo - "Il delitto Borsellino e le stragi di mafia tra misteri e depistaggi". Alle 16,58 del 19 luglio 1992 in via D'Amelio, a Palermo, scende la notte: un'esplosione devasta la strada e le auto parcheggiate uccidendo il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. È l'attentato più annunciato della storia: a meno di due mesi dalla strage di Capaci in cui è morto Giovanni Falcone, senza che sia stato fatto nulla per evitarlo. E senza essere arrivati, trent'anni dopo, a una verità definitiva su mandanti e responsabili.

Giovanni Bianconi ricostruisce in questo libro quel tragico evento tra misteri, dettagli e testimonianze inedite o dimenticate: i precedenti tentativi di attentato contro il magistrato, le polemiche sulle protezioni inadeguate, l'ipotesi della candidatura alla Superprocura e poi la bomba, i traffici intorno alla macchina in fiamme, la borsa ricomparsa vuota e l'agenda rossa sparita. Fino al grande depistaggio delle indagini, con la creazione di un falso pentito. Un delitto che porterà all'adozione di nuove norme contro la criminalità organizzata e risulterà - da qui il titolo del libro - un "pessimo affare" per i mafiosi.

Ma intrighi e coperture avevano caratterizzato anche le indagini dell'attentato in cui perse la vita il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa dieci anni prima: come e perché sparirono le carte del generale inviato a Palermo a seguito dell'assassinio di Pio La Torre? Chi ha voluto davvero quell'omicidio rivelatosi controproducente per Cosa nostra? Anomalie, interrogativi e false piste che ricorrono in altri episodi della nostra storia, come la strage neofascista di Brescia del 1974. Coincidenze che l'autore ricompone come tasselli di un ampio affresco di crimini e complicità che ha segnato indelebilmente il Paese e chiede ancora verità e giustizia.

Giovanni Bianconi (Roma, 1960) è inviato del "Corriere della Sera", per il quale segue le più importanti vicende giudiziarie e di cronaca. Ha pubblicato vari libri, tra cui, per Einaudi, "Mi dichiaro prigioniero politico. Storie delle Brigate Rosse" (2003), "Eseguendo la sentenza. Dietro le quinte del sequestro Moro" (2008), "Il brigatista e l'operaio" (2011) e "L'assedio. Troppi nemici per Giovanni Falcone" (2017).

D. P.