Nel noir di Giorgio Ballario la settima indagine del maggiore Aldo Morosini
Il romanzo di Giorgio Ballario, "L'equivoco del sangue" (Edizioni del Capricorno, 300 pagine, 14 Euro), racconta – come recita il sottotitolo – "La settima indagine del maggiore Aldo Morosini nell'Africa orientale italiana".
Trama - Dicembre 1937. Mentre Asmara si prepara alle imminenti festività di Natale e alla visita del duca d'Aosta, nuovo viceré d'Etiopia, il maggiore Morosini è alle prese con un caso spinoso. La domestica eritrea di una delle famiglie più in vista della città è stata uccisa in strada a coltellate, ma dietro all'omicidio non sembra esserci né una rapina né un tentativo di stupro. Per far luce sul delitto, in compagnia degli immancabili Barbagallo e Tesfaghì, Morosini è costretto a sollevare il velo d'ipocrisia che nasconde i segreti della potente famiglia Bouchard, erede di coloni arrivati in Africa a fine Ottocento e proprietaria di vaste concessioni agricole. Quando muore in modo misterioso anche la capofamiglia Maria Elena, il maggiore sospetta che i decessi siano collegati e facciano parte di un oscuro intreccio di interessi, rancori e rapporti clandestini. Intanto Morosini è sempre più diviso tra l'amore epistolare con la lontana spia tedesca Erika Hagen e l'ardente passione per Lucilla Santacroce, una «donna perduta» che è ben più di un'amica... In un territorio popolato soprattutto da coloni uomini e dove sono all'ordine del giorno le relazioni con donne indigene, nonostante le proibizioni del regime, Morosini scoprirà il peso dei legami di sangue e i drammi personali che si celano dietro queste famiglie non ufficiali.
Ben più di una trama noir congegnata ad arte. Ben più di una ricostruzione storico-ambientale di precisione fiamminga. Un romanzo capace di dilatare lo spazio e il tempo della lettura in uno spazio emotivo di esistenza, che porterà il lettore a vivere nell'Africa Orientale Italiana del 1937. Un tempo, un luogo da cui sarà difficile uscire.
M. P.