Torna alle stampe la “Storia pittorica della Italia” di Luigi Lanzi

26.10.2022

Torna alle stampe un'opera cruciale per le vicende dell'arte, "Storia pittorica della Italia - Dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo" (Einaudi, due volumi, CLXXVI-1914 pagine, 150 Euro), edizione curata da Paolo Pastres, con un'introduzione di Massimiliano Rossi. Ne è autore il gesuita, archeologo e storico dell'arte Luigi Lanzi (1732-1810). Si tratta di un'opera monumentale pubblicata la prima volta nel 1792 - e poi progressivamente ampliata fino al 1809 -, superando il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello incentrato sulle scuole pittoriche, che troverà vasta fortuna nelle epoche successive fino ai giorni nostri.

L'opera si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La "Storia pittorica" è ancora oggi una fonte essenziale per lo studio e la conoscenza della storia dell'arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento; un testo ricchissimo di suggestioni culturali che recenti analisi hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Luigi Lanzi con gli artisti coevi e il gusto neoclassico, con le altre storiografie prodotte nella medesima epoca (ad esempio quella di Tiraboschi per la storia letteraria) e con i fatti letterari e politici dei suoi giorni. I due volumi ora in edizione Einaudi sono corredati da due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Luigi Lanzi, la storia delle varie edizioni dell'opera e della sua ricezione nelle diverse epoche. L'opera è arricchita da un ampio commento, dettagliati apparati critici, imponenti indici e trentadue tavole fuori testo che danno conto del gusto estetico dell'autore, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.

La prima edizione del 1792 si concentrava esclusivamente sulle scuole fiorentina, senese, romana e napoletana; poi Lanzi decise di pubblicarne una seconda e una terza redazione rivedute e ampliate, tra il 1795 e il 1809. La "Storia pittorica" ebbe quasi immediatamente un enorme successo e venne tradotta in diverse lingue, consacrando l'autore come padre della moderna storiografia artistica italiana, valore che non sfuggì a Benedetto Croce: lo ricordò in "Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono" (1921). L'opera e lo sforzo di Lanzi continuarono a lungo a rappresentare un prezioso strumento di lavoro per gli storici dell'arte (e non solo), che la consultarono costantemente grazie alla struttura diligente e ordinata. I lettori più acuti ne avvertirono pienamente le potenzialità; tra di essi è opportuno citare almeno lo storico dell'arte Roberto Longhi (1890-1970) - la cui attenzione rivolta a Lanzi è stata in più occasioni oggetto di approfondimenti - che ebbe anche il merito di porre in rilievo, in modo icastico, la qualità letteraria della prosa, riscontrandovi chiarezza e precisione anticipatrici dello lo stile manzoniano.

Massimiliano Palmesano