Torna il romanzo di Nicola Pugliese: “Malacqua”, la bellezza e l’enigma di Napoli
Torna finalmente il romanzo di Nicola Pugliese, "Malacqua" (Bompiani, 192 pagine, 16 Euro), che racconta – come recita il sottotitolo - "Quattro giorni di Pioggia nella città di Napoli in attesa che si verifichi un Accadimento straordinario". Dopo una notte di pioggia torrenziale, all'alba grigia e funerea del 23 ottobre, arriva una telefonata ad Annunziata Osvaldo, centralinista della Questura di Napoli. Una strada è crollata. E poi un palazzo in via Tasso. La città sembra liquefarsi mentre l'acqua scorre, penetra, danneggia. Andreoli Carlo, giornalista che si occupa dei misteriosi accadimenti, si fa testimone degli effetti di una diabolica pioggia che sembra non finire mai. E intanto voci inquietanti risuonano dal Maschio Angioino, l'enigma di tre bambole assilla le autorità, sale l'acqua del mare e le monetine da cinque lire cominciano d'un tratto a suonare canzoni. Un romanzo cupo e raffinato sulla bellezza e l'enigma che da sempre ammantano la città di Napoli, un'opera diventata con il tempo un clamoroso caso letterario del secondo Novecento. La sua scomparsa dalle librerie coincise con quella dell'autore dalla città e dal giornalismo, facendo di Nicola Pugliese un "Salinger napoletano". Trascorse con ostinato riserbo gli ultimi anni nel paesino di Avella in Bassa Irpinia, dove si era trasferito in un isolamento volontario. Mentre la critica si ricordava di Malacqua consacrandolo come un capolavoro, i lettori più fortunati si passavano in fotocopia quel testo ormai introvabile.
Nicola Pugliese (1944 – 2012) è stato giornalista e scrittore. Ha lavorato per il Roma, il quotidiano di proprietà di Achille Lauro, armatore, politico nel partito monarchico, presidente del Napoli calcio e padre padrone della città. Malacqua, il suo romanzo d'esordio, venne pubblicato per la prima volta nel 1977 da Einaudi, sostenuto da Italo Calvino, e ristampato nel 1978 nella collana Nuovi Coralli. Dopo essere rimasto fuori commercio per molti anni è uscito di nuovo grazie a Tullio Pironti nel 2013. Bompiani ora lo riprende con una nuova edizione. Nel 2008 una raccolta di otto racconti, La Nave Nera, fu pubblicata da Compagnia dei Trovatori.
Nell'introduzione di Francesco Palmieri si legge tra l'altro: "L'inizio di una lenta ripresa dell'interesse per Malacqua è datato al 1991 dal critico Giuseppe Pesce (che dedicò al romanzo la tesi di laurea poi pubblicata dalla Fondazione premio Napoli nel 2010). Quell'anno uscì un articolo di Silvio Perrella sulla rivista Leggere, intitolato "Il napoletano che cammina", che collocava il libro di Pugliese accanto a Tre operai di Carlo Bernari e Scala a San Potito di Luigi Incoronato, come a comporre un trittico dell'altra città dallo "spazio chiuso, tortuoso, notturno". Napoli vista di spalle, dove la pioggia sottrae pagine al sole. Quell'anno stesso, quattordici anni dopo l'uscita di Malacqua, in forza di certe coincidenze che magari non sono solo tali, Pugliese torna al lavoro giornalistico dopo la riapertura del Roma, passato nelle mani del "re del grano" Pasquale Casillo. Come se la rievocazione del romanzo avesse revocato l'esilio dell'autore o viceversa. Il quotidiano adesso ha sede al Centro direzionale ed è diretto da Domenico Mennitti, che affi da a Pugliese cultura e spettacoli. Sarà un'esperienza di non lunga durata, l'ultima che strappa il "Salinger napoletano" all'isolamento dalla città e dalla professione. Oggi chi lavorò con lui ne ricorda – come Patrizia Orpello – la ricchezza di idee, la gentilezza, il distacco di chi è serio senza prendersi troppo sul serio, le tante sigarette e la signifi cativa coincidenza tra voce fi sica e letteraria: "Quando leggevo Malacqua, di cui mi regalò una copia, mi sembrava di sentire la sua voce. Quando lo sentivo parlare mi sembrava di leggere Malacqua."
D. P.