“Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller diretto e interpretato da Massimo Popolizio
Martedì 7 febbraio 2023, alle ore 19.30 (come informa un comunicato dell'ufficio stampa del Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale), debutta al Teatro Carignano "Uno sguardo dal ponte" di Arthur Miller,traduzione di Masolino d'Amico, per la regia di Massimo Popolizio, interprete dello spettacolo insieme a Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli. Le scene sono di Marco Rossi, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Gianni Pollini e il suono di Alessandro Saviozzi. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Umberto Orsini e dal Teatro di Roma - Teatro Nazionale ed Emilia Romagna Teatro ERT - Teatro Nazionale, resterà in scena nella Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 19 febbraio 2023.
Il comunicato così prosegue: "Ambientato in una comunità di immigrati siciliani a Brooklyn, Uno sguardo dal ponte è il dramma della gelosia di Arthur Miller. Massimo Popolizio lo dirige e lo interpreta confrontandosi non solo con l'intreccio di questo grande affresco sociale, ma anche con i numerosi adattamenti cinematografici e televisivi realizzati dalla sua pubblicazione a oggi. La storia dell'onesto Eddie Carbone, compromesso e sconfitto da un'incestuosa passione erotica, tornerà così sul palcoscenico contaminata o forse completata dalle immagini e dalle musiche che ha contribuito a creare nel corso del tempo. Una narrazione che amplificherà i temi scottanti e ancora attuali che attraversano questa storia di povertà, immigrazione e passioni incontrollabili".
Il comunicato stampa riporta, infine, le seguenti note di Massimo Popolizio: "Scrive Miller: "L'azione della pièce consiste nell'orrore di una passione che nonostante sia contraria all'interesse dell'individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch'egli riceve e nonostante ch'essa distrugga i suoi principi morali, continua ad ammantare il suo potere su di lui fino a distruggerlo". Ecco, questo concetto di ineluttabilità del destino e di passioni dalle quali si può essere vinti e annientati è una "spinta" o "necessità" che penso possa avere ancora oggi un forte impatto teatrale. Tutta l'azione è un lungo flash-back: Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto a una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e "divertente" una versione teatrale che tenga presente tutti questi "figli". Una grande storia... raccontata come un film... ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film. Ci sarà un ponte, ci sarà una strada e in questa strada dei mobili, che sono la memoria della famiglia Carbone... Arriva l'avvocato Alfieri e la sua funzione somiglia a quella di un coro greco: è presente nel racconto e al contempo è spettatore fuori dalla scena, ci introduce nella vicenda che, non dobbiamo dimenticare, trae origine da un fatto di cronaca nera dal quale Miller fu profondamente turbato".
D. P.